L’asilo della Sacra Famiglia nei suoi settantacinque anni a Villamar

L’asilo della Sacra Famiglia nei suoi settantacinque anni a Villamar


 

Introduzione

C’è sempre una nota di  commozione nel saluto, quando si parte e si va lontano. C’è sempre un confronto, una valutazione del rapporto  che si è instaurato, dello scambio vicendevole.  La  vita vissuta insieme ci appare come in un flesh che abbraccia l’arco del tempo in cui si è stati insieme. E tutto questo anche se ci si saluta con un arrivederci, perché ci sarà il ritorno e tutto riprenderà come prima.

Per le ancelle della Sacra Famiglia non ci sarà un ritorno a Villamar e il saluto che ci scambieremo non sarà un arrivederci, ma un addio. Magari torneranno anche a Villamar, ma solamente per una visita e non per una permanenza.

Ci lasciano dopo 68 anni di attività, dopo aver impresso la loro impronta nella storia del paese in tantissimi avvenimenti religiosi e non solo.

Come foglie trascinate dal vento se ne andranno.

Noi invece continueremo  a stare qui, e sentiamo il dovere morale di tenere vivo nella memoria – sia di chi le ha conosciute, sia di chi verrà dopo di noi –  l’operato culturale, sociale e religioso delle suore nella loro permanenza a Villamar.

Un po’ di tempo ancora staranno con noi suor Salvatorangela e suor Rosangela, poi prenderanno le loro poche cose e partiranno.

Ma in quest’arco di tempo che ancora ci rimane, coglieremo l’opportunità di avvalerci di tutte le informazioni relative alla loro vocazione, esperienza di vita a Villamar e in altre località. Non sarà semplice vincere la commozione, ma…cercheremo di essere il più possibile realisti e obiettivi.

La ricerca coinvolgerà anche la comunità, in modo particolare le mamme che hanno fatto frequentare l’asilo ai loro figli e riporteremo le loro testimonianze, fatti curiosi, come quelli del bambino che aveva paura delle suore, o dell’altro, al contrario, che  non voleva lasciare l’asilo, di altri che non smettevano di piangere.

La ricerca sarà corredata da un’ampia documentazione fotografica che riprenderà le feste annuali come Carnevale, Natale, Pasqua, festa dei compleanni, giochi. Inoltre dedicheremo spazio all’attività teatrale.

 

Ricordiamo che l’asilo disponeva di un palcoscenico e di un grande salone.

In quei tempi il paese non aveva spazi adeguati e le suore erano ben liete di affidare quelli dell’asilo per far esibire la gioventù in commedie tratte da storie vere, fantasiose o burlesche.

Le suore mostravano sensibilità anche nei confronti degli sposi che , non avendo spazi propri  per gli invitati, avevano bisogno di un locale per il pranzo nuziale. Molto volentieri mettevano a loro disposizione il salone.

Ma tanti altri avvenimenti della vita personale e sociale ci riporteranno all’asilo, insieme ai ricordi lieti della vita.  E troveremo tutti naturale affermare: “ Io c’ero!”.

Fra poco si spegneranno le luci di questo giardino sempre fiorito, però non sarà così nel nostro cuore, perché continuerà a vivere insieme ai ricordi più veri della nostra vita.

( A Piras A. Sanna )