Racconti » Racconti di vita paesana


Nel nostro vicinato c’erano molte donne che curavano le malattie con “i mexinas sadras” Erano riti che si tramandavano di madre in figlia, da una generazione all’altra e venivano accolti come eredità preziosa. Per molta povera gente erano garanzie economiche, perché se era vero che nessuno voleva essere pagato per questo genere di cure, neppure …leggi l’articolo


Con Anna Laura Cancedda abbiamo cercato di ricostruire questo ricordo di qualche anno fa, ma l’ideale sarebbe ritrovare le foto che meglio di noi possono raccontarlo. Qualcuno ci può aiutare? Quell’anno, la terza domenica d’agosto, il giorno che doveva essere accompagnata la Madonna nella sua chiesetta, aveva cominciato a piovere dalla mattina, senza dare segni …leggi l’articolo


Zio Nanni Martis faceva “ pettis de trabaxiu “ e andava a venderli nella zona dell’alta Marmilla.  Quella volta, l’oscurità della notte lo aveva colto in viaggio, era stanchissimo. Si era fermato nelle campagne di Gonnosnò e si era addormentato sotto un cespuglio di lentisco. Aveva cominciato a sognare…vedeva…” una cambarada “ di gente che …leggi l’articolo


In occasione della festa di tosatura, i pastori non trascuravano mai di raccontare la storia di ziu Luisicu e ziu Antoni, quando erano andati a tagliare le canne lungo le rive de “ d’arriu de Lanessi “. Quando stavano rientrando dice che zio Luisicu aveva detto: “Gei dd’ia a bolli unu cruguxoni mannu cumenti de …leggi l’articolo


Ci sono a Villamar delle antiche case che evocano ricordi di storie lontane. Sarà fantasia oppure realtà, ma se ne parla con il sorriso sulle labbra, senza paura, senza imbarazzo. Anche quando si parla di spiriti. Si racconta che in una casa gli spiriti avevano preso dimora e non volevano sentir ragioni di sfratti e …leggi l’articolo


Raccontavano che una volta il diavolo aveva preso le sembianze di una scimmia ( Mantininca ) e si era insediato nella casa di uno scapolo che non voleva sentire di prendere moglie, per non dividere una fetta di pane che guadagnava andando a lavorare con il giogo dei buoi e il carro.1 La scimmia si …leggi l’articolo


Custi contu mi dd’iada contau Graziella Erbì, de Gesturi, esti scrittu a sa gesturesa… Contànta is antigus ca a de notti essianta me is saltus de sa bidda is matzamurreddus, spiriteddus; in medas ddus ianta bius: mannus e piticus. E custu contu fudi capitau propriu a u piccioccheddu. Si fuada giai affestada santa Vitalia e …leggi l’articolo


Custu contu è de Gesturi, mi dd’hiada contau Graziella Erbì. Esti scrittu rispettendu sa pronuncia sua, a sa gesturesa e no a sa maresa, poita su contu è de Gesturi e no de Mara. Su Estiu accostumada, candu si coiàda cuncua bella picciocca, de andai a dda tentai a de notti, candu su pobiddu fudi …leggi l’articolo


I nostri vecchi raccontavano di una specie di folletto che si presentava nelle ore calde del giorno, quando il sole forte annebbiava la vista e squagliava il cervello. Quell’ometto appariva e spariva, s’ingrossava, s’assottigliava, si allungava, si accorciava, si faceva beffe della gente che aveva fame o sete facendo magie, come quella di far vedere …leggi l’articolo