Le preghiere di mamma
Quand’ero piccola mamma mi diceva sempre che non dovevo avere paura, che era peccato avere paura. Sì, era vero che c’era la morte, ma lei veniva solamente per accompagnarci nel Paradiso, dove il Signore Dio faceva preparare per noi tavolate con bianche tovaglie di lino, piene di ogni delizia. E in quanto ai diavoli, solo i cattivi dovevano aver paura di loro, ma i buoni no, non avevano proprio niente a che fare con loro. Ci tentavano i diavoli a farci passare dalla loro parte, e per questo motivo noi dovevamo pregare tanto, per stare sempre vicino a Gesù, che ci aveva liberato dal male morendo sulla croce per noi. E poi mi diceva di guardare i quadri grandi che erano appesi nelle pareti della camera. Davanti c’era la Madonna, dietro il Sacro Cuore, a destra S. Francesco, a sinistra sant’Antonio. La Madonna, con un’aureola sopra il capo, tutta avvolta in un manto blu, aveva il viso sofferente, solcato da una lacrima. Piangeva, perché avevano condannato a morte il figlio suo, Gesù. Quella mamma il venerdì santo andava per le strade chiedendo di lui. Diceva. “Ditemi, avete visto il mio tesoro, che lo cerco e non lo trovo. Dica, dica, signora mia” Una donna le aveva risposto: “ Ho visto un uomo passare, aveva gli occhi più spendenti del sole e una croce sulle spalle che non poteva trasportare. Lo portavano al calvario. Signora, se non vi spicciate lo trovate già crocifisso”. “Quello era il figlio mio creatore, era il figlio mio Dio e l’han condannato a morte come un malfattore! Mio Dio io conoscevo il suo destino, perché il vecchio Simeone me l’aveva profetizzato che una spada mi avrebbe lacerato l’anima. Questa notte io avevo un presentimento: mi tormentava un’idea. Gesù mi diceva: – Mamma, cosa fate, vegliate o dormite? Caro figlio, caro figlio, io non veglio e io non dormo, perché stanotte ho sognato che gente senza pietà ti toglieva la corona d’oro e te ne metteva una di spine. Mamma, le aveva risposto Gesù, quel sogno tienilo accanto al tuo costato, perché quel sogno lo vivrai” E piangeva la Madonna e chiedeva aiuto a tutte le mamme che avevano sofferto per la morte di un figlio, per trovare in loro il conforto. Mamma ne aveva perso tre figli, tutti piccolini, uno dopo l’altro. Mentre due glieli stavano seppellendo, uno le stava morendo fra le braccia.
– Mamma – le diceva il fratellino – non spegnere la luce. Ed era la luce dei suoi occhi che se ne stava andando. – E’ ora di dormire – gli diceva mamma – Ma io non voglio dormire – Rispondeva. Mamma se l’era presa con Dio, perché non poteva sopportare questo dolore straziante. Se ne stava chiusa pomeriggi interi in camera sua sfogliando i quaderni e i libri di un figlio, e a guardare i vestitini e le scarpette degli altri due. E in chiesa non ci andava più. Non aveva più niente nel cuore. Una notte in sogno aveva visto la sorella, zia Pietrina, che era morta all’età di venticinque anni. Era inginocchiata in un angolo, pregava. Mamma si era avvicinata e le aveva sfiorato un braccio. Lei si era voltata furiosa. “Lasciami, non interrompermi neanche un minuto da quello che sto facendo, visto che devo fare anche la tua parte. E ti assicuro che è veramente grande”. Mamma si era svegliata di soprassalto e aveva trascorso tutta la notte piangendo. Alle prime luci dell’alba si era alzata, si era preparata ed era andata in chiesa.