I lavori a telaio

I lavori a telaio



Nonna Vinci, la mamma di babbo, era morta vecchia vecchia, come nonno Piras. Era una donna taciturna e discreta, che sapeva il fatto suo. E aveva mani d’oro.
Mamma, appena si era fidanzata con babbo, non vedeva l’ora di finirsi il corredo e sbrigava le faccende in men che non si dica e quando il sole non era ancora alto, lei era già al telaio.
Dai cataloghi ricavava disegni meravigliosi e faceva i tappeti con cornici di ghirlande e rose; nel mezzo dei quadri tesseva cervi alla fonte, scene di caccia e altre belle immagini.
Le vicine si affacciavano curiose per vedere tutti i suoi lavori. Una volta una di loro aveva fatto un sorriso maligno e quando se n’era andata era stato come se uno fosse venuto, avesse preso un paio di forbici e le avesse tagliato il tappeto a metà. Malocchio…aveva detto nonna Sanna. Mamma piangeva disperata.
In quel momento era arrivata nonna Vinci e ascoltando nonna e consolando mamma, si era seduta al telaio e in una mezza mattina aveva unito tutti i fili aggiustando perfettamente il tappeto. Poi aveva detto: “Ma esistono cose che non si possono aggiustare? C’è solo una cosa a cui non si può porre rimedio: la morte