Zia Luisa

Zia Luisa


Il nostro vicinato era fatto di gente spassosa. Qualcuno sollevava un po’ il gomito durante e fuori dai pasti…ma insomma che male c’era.
Zia Luisa, quella che ci faceva rigar dritti nelle notti d’estate, non ne faceva un dramma per questo brav’uomo di suo marito Tomaso, che in fondo non le dava nessun altro pensiero, e poi…era solo per le feste.
E non era nemmeno un problema molto grosso, perché zia Luisa era quasi sempre padrona della situazione e riusciva a tener nelle briglie il marito, che immancabilmente cascava nelle sue trappole. Seguendo le direttive della moglie zio Tomaso arrivava al punto di infilarsi nella gabbia dei conigli da solo e si vedeva chiuso dentro senza sapere nemmeno come, perché e da chi.
Quando zio Tomaso beveva, zia Luisa non voleva che uscisse di casa e per distrarlo e fargli scappar l’idea della strada, lo prendeva sotto braccio, lo portava nella camera da letto, lo faceva affacciare allo specchio e con voce a mormorio di foresta gli diceva.
“Guarda!…c’è un bandito!”
Zio Tomaso rimaneva sbigottito…si concentrava in se stesso per raccapezzarsi un po’…si guardava allo specchio…gli sembrava di conoscersi, sì, di averlo visto un’altra volta quel bandito e…poi rideva…ma era lui quel bandito. Rassicurava la moglie spaventata e intanto si dirigeva verso l’uscio.
Ma zia Luisa non gli dava tregua.
“Tu te ne vai e lui rimane! Così è la storia, appena ti vede varcare la soglia, lui mi entra dentro casa. Viene da Aritzo, con la scusa di vendere taglieri e mestoli, ma la verità è che ha perso la testa per me e mi vuole a tutti i costi!”
A quel punto zio Tomaso si inquietava veramente.
“Qua non ci sono né mestoli, né taglieri da comprare, o cabillo”
E andando verso lo specchio
“Fuori dalla mia casa, immediatamente! E’ così la storia, vero? Tu entri quando io esco?
Guarda che Luisa è mia moglie. E’ bella come una rosa, vero? Ma è mia moglie. Ma guarda un po’ che devo stare a sorvegliarla!”
“ Tu sorvegli me?” diceva zia Luisa” Sono io che sorveglio te, perché hai bevuto anche questa sera. In prigione! Seduto! Io sono la guardia carceraria!”
“Signorsì” rispondeva zio Tomaso, facendosi mogio mogio. Si metteva in un angolo e si addormentava.
Zia Luisa gli sfilava i pantaloni e lo metteva a letto, poi andava a sedersi in strada e diceva alle vicine:
“Ho messo a letto il bambino”!