La raccolta della paglia

La raccolta della paglia


 

La raccolta della paglia si faceva dopo la mietitura, quando nelle aie si faceva silenzio e rimanevano soltanto i grandi mucchi di paglia. Allora arrivavano i carri trainati dai buoi aggiogati, tutti provvisti di cedras de palla, alte fino a due metri fatte con listelli di canna e bacchette di cadumbu. Questi carri venivano riempiti di questa leggerissima voluminosa paglia e trasportati nelle case. In quei giorni nelle strade c’era un via vai incessante di questi carri che traballavano e al minimo soffio di vento pavimentavano di paglia le strade, indorandole. I ragazzini a stuolo entravano in casa per vedere scaricare la paglia e, appena veniva permesso, giocavano a capofitto in quelle montagne che odoravano ancora del calore dell’estate.
Il pagliaio era anche il regno delle galline. Covavano e manco te ne accorgevi, e le vedevi uscire con nidiate di pulcini che crescevano a vista d’occhio. Curioso davvero vederli cambiare aspetto da un giorno all’altro. I maschi litigiosi improvvisavano teatri di battaglia nel mezzo del cortile; le femmine incuranti dei loro ardori si mettevano a razzolare pacifiche nell’erba.
Ai tre mesi i maschi si potevano mangiare arrosto, le femmine venivano lasciate perché cominciavano a covare. Nel pagliaio si raccoglievano le uova a ceste.
Si consumavano in casa e si vendevano. C’erano molti carrettieri che le compravano per portarle a Cagliari. Nel periodo della guerra le vendevano anche ai tedeschi, che erano accampati nel nostro territorio.