La vendetta della Jana

La vendetta della Jana




Una jana, alta una spanna, si era scavata la casa negli anfratti rocciosi di un monte; lì trascorreva il suo tempo tessendo e ricamando con fili d’oro e d’argento.
Una sera, mentre stendeva i suoi scialli al chiaro di luna e dolcemete tirava i lembi da ogni parte perché non si aggrinzissero, passò come una furia un uomo a cavallo; le rubò lo scialle più bello e fuggì.
” Torramidda su sciallu, furuncu chi non ses attru!” ( Restituiscimi lo scialle, ladro che non sei altro ) disse furiosa la jana aggrappandosi alla coda del cavallo.
” Baidindi muscittedda, ti donu ua spurzigada e ti leccu! ” ( Vattene, moschettina, ti do uno schiaffo e ti schiaccio ) le rispose sprezzante l’uomo.
La jana cominciò ad attorcigliare la coda del cavallo. La bestia si impennò e disarcionò il ladro; questi fece una capriola, poi ruzzolò e precipitò in un burrone.
La jana si riprese lo scialle e tornò a casa sua.

Leggenda tramandata oralmente dalla tradizione popolare, scritta da Albertina Piras