Maschinganna

Maschinganna


I nostri vecchi raccontavano di una specie di folletto che si presentava nelle ore calde del giorno, quando il sole forte annebbiava la vista e squagliava il cervello. Quell’ometto appariva e spariva, s’ingrossava, s’assottigliava, si allungava, si accorciava, si faceva beffe della gente che aveva fame o sete facendo magie, come quella di far vedere cose che in realtà non c’erano. Una volta un porcaro, dopo colazione, si era messo sotto l’ombra di un albero con la pipa in bocca e si era assopito. Dopo un po’ si era scosso, perché aveva l’impressione che qualcuno gli stesse stracciando la pipa. E difatti, questa gli era scivolata e non se la ritrovava più: né addosso, né in terra, né sopra, né sotto. Aveva subito pensato a Maschinganna e a quello che bisognava fare in quei frangenti: nel suo specifico caso, radunare immediatamente il bestiame e darsela a gambe. Ma come stava guidando la mandria nel sentiero che portava a casa, aveva visto un maialetto impigliato nel filo spinato. Si stava avvicinando per liberarlo e lo vedeva ingrandirsi sempre più, finché questo non era più un maiale ma un bue addirittura, e anche questo bue cresceva cresceva. Il povero porcaro, dalla disperazione, si era messo le mani in testa ed era tornato a casa con una febbre da cavallo, senza sapere nemmeno dove aveva lasciato i maiali. Un’altra volta invece un vecchietto, di quelli che pensano di non dover morire mai, una mattina d’estate era andato nella sua vigna a prendere un paio di fichi. Quando arriva, non vede nemmeno un fico sull’albero: “Rubati! Gente ingorda!” Stava già tornando indietro, quando vede tre fichi in cima al più alto ramo. “Ma guarda un po’, visto che c’erano potevano prenderli tutti! Poltroni perfino a rubare! Vuol dire che quei tre fichi li han lasciati per me, che sono ancora arzillo e salgo sulla pianta come un ragazzino”. Sale in cima al più alto ramo e i fichi sono dall’altra parte; passa dall’altra parte e i fichi sono giù; scende giù, guarda su e…vede Maschinganna, sganasciandosi dalle risa, allungandosi e accorciandosi, ingrossandosi e assottigliandosi. Inutile quella mattina pensare di prendere i fichi. Il vecchietto se ne tornò rassegnato a casa.

Il disegno è di Gerolamo Exana